Nella mia carriera di chirurgo ho potuto valutare diverse tecniche per l’operazione chirurgica dell’ernia inguinale.
Dell’ernioplastica inguinale con protesi per via anteriore secondo Liechtenstein ho scritto diffusamente in questo articolo, ricordando che la ritengo la miglior tecnica chirurgica.
Voglio ora brevemente menzionare altre tecniche che oggi ottengono un certo seguito e spiegare i motivi per i quali non le condivido.
L’operazione per l’ernia inguinale con la tecnica laparoscopica
In alcuni ospedali viene proposta la tecnica laparoscopica. Questa consiste nella riparazione dell’ernia inguinale agendo dall’interno dell’addome e posizionando la protesi (rete in polipropilene) grazie agli strumenti laparoscopici. La illustro di seguito, comparandola all’operazione “open” di ernioplastica inguinale, considerando però che è un intervento che io sconsiglio.
L’operazione laparoscopica per l’ernia inguinale
Questa operazione prevede:
- L’anestesia generale e l’introduzione della telecamera e degli strumenti di lavoro all’interno della cavità addominale
- L’espansione dell’addome con anidride carbonica, così da creare lo spazio per poter accedere al campo operatorio e muoversi con la telecamera e gli strumenti
- La manomissione dell’integrità del sacco peritoneale, che viene perforato
- nei punti in cui gli strumenti e la telecamera entrano
- nel punto in cui si inserisce la rete, che viene posizionata dall’interno dell’addome
- Il maneggiamento delle anse intestinali con le pinze laparoscopiche, con la creazione di possibili aderenze intestinali nella fase postoperatoria. Sia le anse intestinali sia il peritoneo che riveste la parete della cavità addominale, hanno infatti grande sensibilità al contatto e al trauma. Queste sono appunto causa delle possibili aderenze
- Tutta l’operazione procede dall’interno
Per questi motivi considero la tecnica laparoscopica portatrice di un quota di rischio maggiore, un aumento dei tempi operatori (espansione dell’addome, inserimento di telecamera e strumenti, ricerca dell’ernia, sistemazione dell’ernia, chiusura con rete, chiusura del peritoneo nei punti di accesso) e dei costi.
L’intervento di ernioplastica secondo Liechtenstein
L’operazione di ernioplastica secondo Liechtenstein prevede:
- Un’anestesia spinale o locale
- L’accesso al campo operatorio per via anteriore, operando una piccola incisione della cute in regione inguinale, aprendo la fascia sottostante alla cute, trovando così la strada per vedere l’ernia e ripararla, ridurre la breccia muscolare da cui l’ernia è fuoriuscita, forzare con la rete direttamente applicata
È evidente che la necessità di un’anestesia “più leggera” e un accesso alla zona da operare dall’esterno, rendono tale operazione molto breve, meno costosa, meno invasiva per il paziente.
La plastica erniaria inguinale laparoscopica con assistenza robotica
Per la mia esperienza di sala operatoria ritengo, infine, del tutto irragionevole proporre l’intervento per l’ernia inguinale di plastica erniaria laparoscopica con assistenza robotica.
È una tecnica laparoscopica evoluta: gli strumenti e la telecamera vengono manovrati da un braccio robotico, guidato a sua volta da un operatore attraverso una console. Ciò raddoppia i tempi e costi dell’operazione, anche qui senza particolari benefici per il paziente.
L’ernia inguinale si opera sempre in regime di Day hospital
È bene ricordare che tutti gli interventi chirurgici per curare l’ernia inguinale vengono svolti in regime di Day hospital. Solitamente il paziente entra al mattino e già alla sera può rientrare nella sua abitazione. Un tempo maggiore di ricovero va valutato dal chirurgo e solitamente è comunque entro le 48 ore.