Cosa sono i linfonodi
I linfonodi sono filtri, presenti in gran numero nel corpo umano, in grado di intercettare ed eliminare eventuali germi, sostanze estranee o cellule neoplastiche presenti nel sangue. Appartengono al sistema linfatico che, parallelo al sistema cardiocircolatorio, tiene sotto controllo i fluidi presenti nei tessuti biologici.
Perché si estraggono i linfonodi
Come anticipato nel corpo umano sono presenti molti linfonodi: quelli superficiali, dei quali ci occuperemo in questo articolo, si trovano nella piega inguinale, nel cavo ascellare o nel collo. Questi ultimi sono però di interesse specifico della chirurgia otorinolaringoiatrica e vanno trattati ed estratti solo da specialisti.
I linfonodi possono rappresentare un problema se aumentano di volume. Normalmente questo è dovuto ad un motivo infiammatorio e/o infettivo e va trattato con terapia medica adeguata ( antibiotici, antinfiammatori o altro a discrezione del medico), purtroppo in rari casi l’aumento dei linfonodi è dovuto a malattie più serie, se c’è questo sospetto si deve procedere all’asportazione di un linfonodo superficiale per farne l’esame istologico.
La procedura che porta all’estrazione di un linfonodo
La richiesta di estrarre un linfonodo arriva al chirurgo quando un altro medico specialista esprime la necessità di approfondire l’esame per fare una diagnosi.
Un paziente che presenta un linfonodo ingrossato, infatti, non è un paziente chirurgico bensì internistico.
Il paziente che nota un linfonodo ingrossato deve rivolgersi al proprio medico che, se necessario, indirizza ad altri specialisti, come l’ematologo, l’infettivologo, etc.
Verrà quindi messo in campo un percorso di indagini che potrebbe portare alla necessità dell’esame istologico di uno dei linfonodi ingrossati, per confermare un sospetto diagnostico o procedere con altri accertamenti.
L’estrazione chirurgica del linfonodo
Con l’impegnativa del medico curante ci si rivolge dunque al chirurgo, nel mio caso si può prenotare una prima valutazione al Poliambulatorio Valsalva di Imola.
Durante la visita, valuto la situazione, rilevando la posizione del linfonodo da asportare per capire se esso si trovi in una sede accessibile chirurgicamente in ambulatorio (e quindi con anestesia locale) oppure se occorra un intervento più invasivo, che va fatto in un’altra sede, in sala operatoria e con ricovero del paziente.
Qualora il linfonodo sia facilmente raggiungibile, in seguito alla visita preliminare, si prende appuntamento per l’intervento di estrazione, che è ambulatoriale e in anestesia locale.
Tale operazione non prevede preparazioni particolari e nel post operatorio si può tornare a casa immediatamente.
Dopo quindici giorni circa si torna dal chirurgo per la visita di controllo e la medicazione della ferita.
Solitamente tale operazione non viene fatta in regime di urgenza e la richiesta viene evasa entro il tempo di un mese circa.
L’esame istologico del linfonodo
Dopo aver estratto il linfonodo il chirurgo lo invia al laboratorio istologico per l’esame, indicando nella richiesta quanto specificato dal medico curante: perché è stato asportato il linfonodo e il sospetto diagnostico da confermare o rigettare.
Attenzione: l’asportazione del linfonodo non comporta la cura del paziente. In sostanza si estrae una “spia” del problema, così che si possano fare accertamenti diagnostici su essa.
Tale esame porterà poi all’eventuale conferma di una diagnosi e, di conseguenza, di una cura, che verrà decisa dal medico curante.