Ernia ombelicale, cause e soluzioni

20 Mag 2024

L’ernia ombelicale è una protrusione che si forma sulla cicatrice ombelicale e appare come una tumefazione di dimensioni variabili. In sostanza, in presenza di un’ernia in quel punto, l’ombelico appare estroflesso in modo non fisiologico e sotto di esso si forma una sensibile “collinetta” di tessuto.

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Perché si forma

L’ernia ombelicale si forma perché in quel punto la fascia muscolare, che regge i muscoli retti addominali, risulta più debole, e può presentare una piccola discontinuità, una sorta di pertugio presente fin dalla nascita, all’interno del quale si possono introdurre materiali organici come grasso, peritoneo, etc, soprattutto durante sforzi particolarmente intensi (sollevamento di pesi, un violento sforzo addominale, etc.). 

L’ernia ombelicale dipende da come è guarita la ferita ombelicale nel periodo immediatamente successivo al parto. Può quindi presentarsi anche in età molto giovane.

 

L’ernia ombelicale è pericolosa?

Raramente l’ernia ombelicale si può strozzare, ma in questo caso è necessario ricorrere al pronto soccorso per un’operazione d’urgenza. È un’evenienza molto rara ma la possibilità esiste.

Normalmente l’ernia ombelicale non è sintomatica e non crea problemi di sorta, ma talvolta può risultare leggermente dolorosa, invalidante per le attività lavorative o creare qualche problema dal punto di vista estetico o sociale (un colpo di tosse, uno starnuto, una forte risata o una leggera pressione può far uscire l’ernia e provocare fastidio). Come detto si presenta come un’importante estrusione dell’ombelico.

In questi casi si può consigliare l’intervento chirurgico. 

 

L’operazione all’ernia ombelicale

In passato si operava mediante una sutura diretta: si apriva l’ombelico, si mettevano dei punti per chiudere la fascia muscolare e si richiudeva la ferita operatoria.

Secondo la mia esperienza, e la numerosa letteratura medica pubblicata negli anni, questa tecnica operatoria ha ampie possibilità di recidiva, perché la fascia muscolare addominale, in quella posizione, è molto debole e tende dunque a cedere anche se suturata bene.

Negli anni ho testato, e scelto di utilizzare, la tecnica laparoscopica. Nei numerosi casi che ho operato e di cui ho seguito e studiato in seguito il decorso post operatorio ho verificato che nessuno dei questi ha presentato una recidiva.

Con questa tecnica si entra nell’addome dalla parte laterale sinistra con tre “trocar”: uno di questi introduce nel campo operatorio la telecamera e gli altri due gli strumenti di lavoro.

Una volta superata la parete dei muscoli addominali ci si trova, quindi, con l’ernia dalla parte non estroflessa (quindi con la telecamera si vede la parte inferiore della stessa). Dopo aver ripulito la parte interessata sulla fessura addominale si posiziona una rete di polipropilene (la medesima utilizzata per le ernie inguinali (LINK)) e la si fissa con una serie di punti. La parete rimane quindi “aperta” nella parte superiore (quella rivolta direttamente verso l’ombelico) ma la penetrazione dei materiali da sotto è ovviamente impedita dalla rete.

Questa operazione io la svolgo, anche in convenzione con il SSN o con le assicurazioni private con lista d’attesa, al San Pier Damiano di Faenza o alla Domus Nova di Ravenna. Per informazioni o prenotare una visita clicca qui.

 

L’operazione è dolorosa?

L’operazione si svolge in anestesia totale e richiede un ricovero di 24 ore. Il dolore post operatorio si tollera molto bene e riguarda solo i punti di ingresso degli strumenti operatori, che vengono suturati al termine dell’intervento.

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